Non solo Zhou: HALO, quante vite salvate!

di Stefano Zambroni

Da Grosjean a Zhou, passando per Leclerc e Hamilton: quante vite che l’HALO ha salvato in soli 5 anni…

Criticato ed insultato, l’HALO è “un sistema di protezione che consiste in una barra curva posta a protezione della testa del pilota”. La sua forma e la sua ingombranza, però, hanno portato buona parte dei tifosi ad essere scettici sulla sua efficienza in un primo momento, considerato anche che va a limitare (anche se in minima parte) la visuale del pilota.

Sono in tanti, però, ad essere stati salvati dall’HALO: il caso più eclatante è sicuramente quello di Romain Grosjean, uscito dalle fiamme dopo un contatto con Daniil Kvyat (allora in AlphaTauri) nello scorso novembre 2020 in Bahrain, quando la sua auto prese fuoco con il pilota francese intrappolato tra le fiamme. Se la cavò con qualche frattura, diverse contusioni e numerose ustioni, ma resta un miracolo come è riuscito a sopravvivere a quell’impatto.

Assieme a quello di Grosjean è giusto citare anche il drammatico incidente di Guanyu Zhou del 4 luglio 2022, quando la sua Alfa Romeo si ribaltò e finì sulle recinzioni di protezione delle tribune, senza le quali sarebbe stata una vera e propria strage di spettatori. Solo qualche contusione per il cinese: a salvarlo fu proprio l’HALO, considerato che in quell’occasione anche il rollbar (un altro meccanismo per la sicurezza dei piloti in caso di ribaltamento) collassò, lasciando la vita del pilota cinese in mano al dispositivo inizialmente tanto criticato.

Ci sono poi i casi di Charles Leclerc (Spa-Francorchamps, 2018) e Lewis Hamilton (Monza, 2021), entrambi salvati da un impatto con le ruote posteriori rispettivamente di Fernando Alonso (all’epoca ancora un pilota McLaren) e Max Verstappen (in uno degli incidenti più iconici nella storia della F1): tutti e due, senza la presenza dell’HALO, non avrebbero avuto scampo, considerato il peso e le velocità a cui avrebbero impattato quei pneumatici.

E oggi, qual è l’opinione sull’HALO?

Ci siamo talmente tanto abituati a vedere le nuove monoposto che, oggi, non vedere l’HALO fa un grande effetto, come si può vedere nel fotomontaggio qui sopra. Oggi è riconosciuta da tutti l’essenzialità di questo dispositivo, che finalmente non è più motivo di discussione tra gli appassionati, che si sono convinti all’unanimità della sua efficienza.
Un’invenzione partita dopo l’incidente del povero Jules Bianchi nel 2014, senza il quale oggi piangeremmo nuove vittime nel mondo della F1 (e non solo).

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