Charles Leclerc è ormai, per tutti i tifosi italiani e non solo, “Il Predestinato”.
Un soprannome gentilmente assegnato al monegasco da Carlo Vanzini, con cui ormai è nato un vero e proprio rapporto caratterizzato da tanta stima e tanto rispetto.
Ma da dove nasce?
Come racconta Vanzini, “tutto è partito da un incontro che ci fu quando lui aveva circa 15 anni. Lo portarono nei nostri studi di Sky per prendere dimestichezza con i media: ci fu un meeting e simulammo una conferenza stampa.
A quel punto gli chiesi: “Oggi partirai dalla pole, ma il tuo compagno lotterà per il mondiale. Come affronterai la corsa?“.
“Charles rispose: “Io gareggio per vincere, punto“. Una risposta che piaceva a noi giornalisti, perchè fa notizia e ti permette di avere tanti temi di cui parlare”.
“Allora ci sedemmo per trovare assieme delle risposte più diplomatiche, sul tipo “Mi focalizzerò sul mio gran premio, ma in caso di necessità aiuterò il team“, o qualcosa di simile”.
Ma fu proprio in questo frangente emerse il carattere determinato del Predestinato.
“Finito tutto, tornò da me e mi disse: “Carlo, mi hai fatto una domanda sbagliata. Nessun mio compagno di squadra si giocherà il titolo al posto mio, non capiterà mai“. Rimasi sbalordito dalla sua convinzione: sapeva già che sarebbe arrivato, e da qui nacque il soprannome ‘Il Predestinato'”.
Predestinato, però, Leclerc lo è per davvero.
Lo è negli atteggiamenti, nelle parole, nelle movenze in pista.
E ci sono decine e decine di episodi che lo possono dimostrare: dall’amicizia e le coincidenze con Jules Bianchi alla vittoria in Formula 2 soltanto qualche giorno dopo, dalla maledizione di Montecarlo (che ricorda moltissimo quella di Ayrton Senna in Brasile) all’amore indiscusso che i tifosi della Ferrari provano per lui nonostante abbia vinto “soltanto” 5 gare, meno della metà di quelle vinte da Felipe Massa (11), quasi un terzo rispetto a quelle di Sebastian Vettel (14).
A mancare, ora, è soltanto una vettura capace di portare Charles al titolo: ci ha provato la F1-75 (fallendo miseramente, a parte nelle prime gare), ci proverà la SF23, nata sotto il grande entusiasmo che sta portando la nuova era Vasseur. Ci riuscirà? Parola alla pista.
Foto: Scuderia Ferrari