“Ayrton Senna è il mio idolo: guardavo sempre i suoi film con mio papà, ed oltre ad essere un gran pilota era anche una splendida persona, molto religiosa proprio come mia nonna.
Beh, Ayrton un giorno disse che per lui la velocità era come una droga, che una volta provata non ne puoi più fare a meno e che passerai tutto il resto della tua vita a cercarla. Anche per me è così: sono dipendente dalla velocità e ne ho assolutamente bisogno in qualsiasi momento. Sono abituato alla velocità sin da bambino: ci sono persone che non sanno gestirla o che hanno paura, ma io l’ho sempre fatto e ne ho il costante bisogno. È una droga per davvero…”
Si apre così il libro “Le Prodige”, biografia di Charles Leclerc uscita qualche mese fa.
In poche righe Charles esprime la sua intera vita: la famiglia, la passione per le corse, i suoi valori, la voglia di vincere e, soprattutto, questa maledetta velocità, sensazione dalla quale è dipendente.
E non a caso Charles Leclerc e Ayrton Senna sono due tra i migliori piloti di sempre sul giro secco, dove a contare è soltanto la velocità estrema e la perfezione.
La velocità come una malattia: “Per essere vincenti in Formula 1 devi dedicare la tua intera vita al motorsport. Sia quando mi sveglio, sia quando vado a dormire, il mio pensiero è sempre quello: raggiungere i miei obiettivi nel motorsport”.
Il motorsport, però, è attualmente in debito con “Il Predestinato”. Nonostante i drammi che Charles ha vissuto, nonostante le emozioni che fa vivere anche nelle gare meno divertenti, nonostante la sfortuna e la malasorte lo perseguitano come a sfidarlo, come a vedere chi dei due mollerà prima, questo ragazzo continua a vivere al 100% la sua passione con un carattere ed una dedizione rari da trovare negli altri sport. Un ragazzo apparentemente perfetto, più volte illuso di avere l’occasione giusta per portarsi a casa ciò che tanto sogna: il titolo di campione del mondo in Formula 1.
Un difetto? È dipendente dalla velocità.
Fonte immagini: Scuderia Ferrari