Siamo nel 1998, e Jacques Villeneueve ha distrutto la sua auto dopo aver percorso l’Eau Rouge a Spa-Francorchamps, una delle curve più pericolose e celebri di tutto il mondiale di Formula 1 e in generale di tutto il motorsport: ne uscì fortunatamente illeso.
La causa? Troppa velocità in entrata di curva. Eppure Jacques, quel giorno, non sembrava così turbato, anzi.
Passa un anno, ed è il 1999. Il figlio del grande Gilles ha in mente una pazzia, una di quelle idee che solo ad un pilota potrebbero venire.
Jacques vuole provare a fare quella curva senza alzare il piede destro. Vuole provare a farla in pieno, un’impresa mai riuscita (nè tentata) da nessuno.
Tutto qui? Macchè, il bello deve ancora venire.
Villeneueve va dal suo compagno di squadra (ai tempi Ricardo Zonta, nel team BAR) e lo sfida: entrambi devono provare a fare la terribile Eau Rouge-Radillon in pieno.
La sfida è iniziata.
Parte Jacques, ma proprio come l’anno precedente la vettura perde stabilità e va a sbattere contro le barriere, distruggendosi.
Ai microfoni poi dirà: “Un incidente simile a quello che mi è capitato lo scorso anno, ma ho un bonus…”. Nessuno, non sapendo della sfida in corso, comprende le dichiarazioni del campione del mondo 1997.
Successivamente è il turno di Zonta, e il risultato sfiora il drammatico: la velocità è ancora più alta, andando di nuovo a sbattere e ribaltandosi poi più volte nella ghiaia. Ne uscirà miracolosamente illeso, con giusto qualche contusione qua e là.
Il team principal della BAR, Craig Pollock, è disperato: “Quando ho visto le immagini non ci credevo, non potevo realmente credere che fosse successo di nuovo ad un nostro pilota… e invece è andata realmente così. Ma li capisco, i piloti devono portare le vetture al limite”.
Richiamati poi dai vertici del team (visti i milioni di euro di danni provocati), Villeneueve e Zonta conclusero “in pareggio” la sfida, o meglio, la roulette russa all’Eau Rouge nel 1999: una follia che, tra rischi e incidenti, spiega a tutti quanti la parte più “matta” ed autentica del motorsport.