Nyck De Vries, l’ennesima vittima di un sistema malato

by Stefano Zambroni

Salta il sedile di Nyck De Vries: dopo Kyvat, Gasly ed Albon, ancora una volta la Red Bull stronca la carriera di un pilota in rampa di lancio

Realizzare il sogno che si ha sin da bambino e poi vederselo stroncato così, per colpa di un sistema malato. “Eh, ma Formula 1 è spietata”, si legge tra i commenti sotto i post che confermano l’addio di Nyck De Vries alla F1. Qui però si va oltre alla spietatezza.

Tre giorni di test e dieci gare: questo ha avuto De Vries per mostrare al mondo i suoi 20 anni di carriera, dagli inizi nei kart sino ai due mondiali vinti in Formula 2 e Formula E. Dieci gare dove per altro De Vries non ha nemmeno mai così tanto sfigurato: pochi errori fatti e nessun particolare exploit. Passo gara in linea con piloti come Guanyu Zhou o Logan Sargeant, due che guidano auto decisamente migliori (ma i quali sedili fino ad ora sembrano più che al sicuro, giustamente).

Vincere un mondiale in Formula 2 significa che quantomeno sei pronto per la Formula 1.
Vincere poi un mondiale di Formula E e l’anno dopo portare, nell’unica gara corsa a Monza, la Williams al nono posto, significa che sei un talento incredibile, che hai una rapidissima capacità di adattamento e una mentalità vincente. Perchè, comunque andrà, Nyck De Vries è un vincente.

Un epilogo indegno e triste, l’ennesima vittima dopo Kvyat, Gasly ed Albon, di un sistema che non funziona, poichè portato avanti più dall’interesse economico che dalla passione. Ricordando a qualcuno, per altro, che il pilota che ora considerano perfetto anni fa aveva un numero di incidenti più alto di quello delle gare svolte. Ed ora domina la categoria.

Foto: Scuderia AlphaTauri

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