Il Messico si conclude con una nota amara per Max Verstappen e la sua Red Bull: e i commissari hanno rincarato la dose a fine gara…
Il weekend messicano non verrà di certo ricordato in modo positivo in casa Red Bull, che non riuscendo a conquistare più di 8 punti (ottenuti grazie alla sesta posizione all’arrivo di Max Verstappen), viene superata dalla Scuderia Ferrari nella classifica del mondiale costruttori, arretrando così sul gradino più basso del podio. Sebbene Perez sia stato protagonista di un (ulteriore) fine settimana sottotono, dei due piloti della scuderia austriaca è sicuramente Max Verstappen a risultare il grande sconfitto della domenica.
Sono anni che siamo abituati a vedere Max “che fa Max”, e la sua classica manovra di sorpasso è ormai nota a tutti: è infatti dagli esordi nella massima categoria che Max si dimostra un pilota aggressivo nelle battaglie corpo a corpo, e nel 2021 ha avuto modo di affinare ulteriormente questa sua tecnica. Chiunque provi a sorpassare Max Verstappen, si ritroverà spinto ai margini della pista. È un classico: Max Verstappen non vuole essere superato, e farà di tutto per impedirlo. Sono anni che da prova di questa sua aggressività, eppure fino ad oggi sono state poche, anzi pochissime le volte in cui è stato penalizzato per comporamenti ritenute dai commissari oltre il limite del regolamento.
Verstappen, altra penalità: tolti due punti sulla patente
Ieri, al contrario, le penalità sono arrivate con gli arretrati. Il pilota olandese ha infatti ricevuto 20 secondi totali di penalità, scontati in gara, rispettivamente 10 per aver spinto Norris fuori pista e altri 10 per aver tratto vantaggio sull’avversario fuoripista. I commissari non sembravano però soddisfatti, e quindi al termine della gara viene rettificata la penalità per il primo episodio, alla quale vengono aggiunti due punti sulla superlicenza.
Non una gara da campione, in conclusione. Anzi, con una monoposto non più perfetta anche Max Verstappen sembra aver perso quella bolla di perfezione in cui correva da ormai due anni, e sembra essere tornato il vecchio “Mad Max“.
Foto: Oracle Red Bull Racing