Bruno Famin ha annunciato che la squadra francese è a un passo dal cambiare nel 2026: il nuovo motore Alpine non sarà Renault
L’ambiente intorno Alpine in questo 2024 è un vero e proprio cielo coperto di nubi. Un clima sin dal primo giorno teso, nervoso e ricco di dibattiti e via vai tra piloti, team principal e ingegneri. Ancora una volta arriva da Enstone l’ennesima notizia negativa per la squadra francese: Bruno Famin infatti, ormai ex team principal della casa transalpina, ha annunciato che Alpine, a causa di gravi problemi economici, non continuerà più la propria avventura da motorizzato Renault. Una situazione ormai fuori controllo da un punto di vista economico per la squadra di Flavio Briatore, chiamato ora più che mai a decisioni estreme per invertire la rotta e ripartire dalle macerie di questo 2024 davvero disastroso.
Briatore, a dire il vero, ha già reso chiaro a tutti che a partire dalla prossima annata Bruno Famin non sarà più a capo del team di Enstone, annunciando difatti Oliver Oakes come nuovo team principal. Tuttavia, l’attuale (seppur ancora per poco) team principal in carica, ha letteralmente dato un annuncio shock per i francesi, questa volta coinvolgendo direttamente anche Renault. I costi insostenibili dovuti agli sviluppi in proprio, la mancanza di clienti e le altre necessarie spese in F1, sono infatti le motivazioni che hanno condotto Famin a dichiarare la resa. E le pessime prestazioni in pista di quest’annata di certo non stimolano l’economia e la partnership tra i due colossi d’Oltralpe.
Anche se Bruno Famin ha annunciato, sin dal primo giorno, solo notizie poco felici, in realtà qualcosa di discreto da estrapolare dalle ultime dichiarazioni ci può essere: un nuovo fornitore di motore potrebbe difatti non solo risollevare nettamente le casse francesi, ma persino risolvere numerosi problemi accusati da Alpine durante tutto questo campionato, legati principalmente proprio alla Power Unit Renault. La fornitrice di motori francese ha perso noti clienti nelle ultime stagioni di F1: se nel 2018 contava addirittura tre team (Red Bull, Toro Rosso e proprio Renault), da quando i primi due hanno intrapreso la strada Honda, la sola Renault (poi divenuta Alpine nel 2021) ha cominciato a faticare sempre di più. E ora il collasso è vicino.
Le parole di Bruno Famin e le difficoltà di Alpine
Il nuovo corso di Alpine è stato annunciato ormai da mesi come una rivoluzione totale in tutti i campi. Con Flavio Briatore e Oliver Oakes al timone, il 2026 è assolutamente molto più vicino rispetto a tanti altri team, che presumibilmente spingeranno al massimo anche nel 2025. I francesi (come Sauber che attende Audi e Williams), hanno già sottinteso varie volte che i fari sono tutti mirati alla nuova era di monoposto del 2026, a caccia finalmente di riscatto dopo anni di attesa.
A Enstone il progetto 2021-2022 coordinato da Davide Brivio, ha portato ad un quinto e quarto posto nel Costruttori e l’unico successo della storia a Budapest. Troppo poco per un team che vuole quantomeno essere tra i veri top in due anni. Ecco che allora l’unico vero modo per competere tra due anni, è quello di sacrificare qualcosa di grosso, rinunciando indirettamente alla propria identità. E le parole di Bruno Famin annunciano ciò: “In questo momento il motore attuale è un po’ dietro ai rivali di circa 20 cavalli, o almeno credo sia quello che dicono i dati della FIA“.
E dopo aver lanciato una prima stoccata in merito alla mancanza di competitività e affidabilità della PU Renault, Famin ha parlato dei costi in F1 dovuti al Budget Cap: “Sappiamo che con il Patto della concordia il sistema del montepremi va a beneficio solo delle squadre. D’altra parte la FIA ha un regolamento finanziario e un regolamento sportivo che rende obbligatorio per il costruttore vendere, a un prezzo massimo, le Power Unit alle squadre che desiderano averle”.
“Sono aspetti pubblici che tutti sanno. Il tetto dei costi, la quantità di denaro concessa ai produttori di Power Unit per sviluppare il proprio progetto, il prezzo di fornitura di una PU e il prezzo di vendita di un motore sono anch’essi pubblici. Si tratta di qualcosa come 120 milioni di euro per quanto riguarda i costi annui, 17 quelli di rivendita, quindi ci vuole poco a fare un calcolo”.
Foto: BWT Alpine Racing F1 Team