Montecarlo, 3 giugno 1984.
Una tempesta si sta abbattendo sul Circuito di Monaco, dove si sta disputando la 47esima edizione del GP del Principato: Alain Prost sta guidando magistralmente, eppure tutti gli occhi sono rivolti ad un giovane rookie, alla sua sesta gara in carriera.
Il suo nome? Ayrton Senna Da Silva, 24 anni. Guida una Toleman, una vettura di bassa classifica.
Ma allora, perchè sta tenendo tutti col fiato sospeso?
Senna è partito 13esimo, ma al termine del primo giro era già nono: quattro posizioni conquistate nel circuito più difficile dove sorpassare. Tutti fissano il monitor dei tempi: in pista ci sono piloti del calibro di Prost, Mansell, Renè Arnoux, Alboreto, Niki Lauda, Nelson Piquet e Keke Rosberg, eppure nessuno di loro tiene il passo di quel giovane che guida una vettura molto modesta.
Il brasiliano inizia una danza di sorpassi: prima Rosberg, poi Arnoux, poi Mansell ed infine Lauda: al giro 19 Ayrton Senna su Toleman è secondo, e sta andando a prendere Alain Prost su McLaren.
Il tutto con una sospensione danneggiata dal giro 11, ma non c’è tempo per il ‘Mago’ di pensare ai danni della sua vettura.
Senna è incollato a Prost: sta per andare a vincere a Monaco, alla sua sesta gara in carriera, partito 13° e con una vettura non di certo competitiva. Al giro 31, però, il colpo di scena: Prost vede un casco giallo negli specchietti e chiede di sospendere la gara. Bandiera rossa e gara sospesa: Senna è secondo, sul podio. Ma il suo umore è tutt’altro che buono, per uno come lui che non vede altro risultato se non la vittoria.
A fine gara, quando gli viene chiesto come si sente dopo il primo podio, risponde: “Sono molto arrabbiato. Ma, almeno, ho dimostrato a tutti cosa so fare a parità di macchina”. Il suo volto sul podio è scuro, nemmeno un sorriso.
Eppure, anche se ancora Ayrton non lo sapeva, quel giorno era nato il suo Mito. Il mito del “Mago della pioggia”, il mito di Ayrton Senna.
Foto: Twitter.com/F1_AyrtonSenna