Lewis Hamilton ha riportato la sua Mercedes a Silverstone alla vittoria. Tutto ciò dopo la pole di Russell. In molti ora vedono la W15 davanti a tutti
Settimana diversa ma stesso copione. Dopo l’entusiasmante fine settimana del GP d’Austria a Spielberg, in cui tutti credevano che la W15 avesse vinto solo per merito dello sfortunato contatto tra Lando Norris e Max Verstappen, Mercedes a Silverstone ha trionfato nuovamente. E questa volta con il suo capitano, Lewis Hamilton. Tuttavia, anche in questa circostanza, molti addetti ai lavori e giornalisti hanno additato le colpe unicamente a Lando Norris e McLaren, ancora una volta imperfetti e forse masochisti come già visto e narrato a Montreal, Barcellona e Spielberg. Ma è sempre questione di fortuna? Quali allora i meriti da attribuire alla W15?
Cominciamo dalla prima domanda. No, non è sempre fortuna. E a dimostrare ciò due fattori nello specifico: Mercedes è ancora una volta in pole position, la seconda di questa stagione (entrambe ottenute da George Russell), a breve distanza dalla prima conquistata in Canada qualche settimana fa. Alla velocità della qualifica, si aggiunge quella che finalmente da Montreal si vede anche in gara. Il tallone d’Achille della W15, oltre a questioni ovviamente tecniche della monoposto, era proprio ad alto carburante, dimostrando un passo gara non all’altezza delle posizioni del sabato in qualifica. Ma sembra che abbiano lavorato perfettamente proprio su ciò.
Ed è proprio partendo dal lavoro, assiduo e determinato, di Toto Wolff e i suoi uomini, che riscopriamo probabilmente cosa veramente rende Mercedes un team rinato nelle ultime gare: la forza del muretto. Strategie, lavoro dei meccanici e più di tutto l’esperienza nel lottare al vertice, rendono la Stella un team fortissimo e solido, difficile da battere anche quando non dati per favoriti. Forse proprio il punto di forza di Mercedes è invece la debolezza principale del team che detiene la macchina più forte in griglia al momento, McLaren, che a distanza ormai di più di 10 anni si ritrova a lottare per vittorie e posizioni che realmente contano. E Mercedes a Silverstone ha confermato tutto ciò.
Vittoria, morale e incredulità: le parole di Toto Wolff
Che Mercedes, quella Mercedes vista fino a Montecarlo, potesse addirittura ottenere due successi in questa stagione, oltre a due pole position, sembrava vera utopia. Nelle migliori delle ipotesi ci si poteva aspettare un ritorno sul podio, ma in realtà il team di Toto Wolff ha notevolmente accelerato le operazioni, arrivando rapidamente al bottino pieno della vittoria. Il primo ad essere stupito di ciò è proprio il team principal austriaco: “Onestamente, non pensavamo che sarebbe stata Silverstone perché non c’è quasi nulla, solo piccole cose che abbiamo messo sulla macchina. Ci aspettavamo più che altro Budapest o Spa. Abbiamo giustificato il fatto che quello che facciamo è giusto al momento”.
Toto è tornato anche a parlare dell’Austria con una grossa iniezione di fiducia: “Lo scorso weekend non eravamo molto lontani. Se consideriamo il distacco che avevamo prima dell’incidente, era forse di due decimi o poco più. È la distanza più ravvicinata che abbiamo raggiunto da molto tempo a questa parte, su una pista che in passato non ci piaceva molto. Questo ci ha fatto capire che la situazione potrebbe migliorare“.
Come gestire ora il team dopo la vittoria di Hamilton e Mercedes a Silverstone? Ecco la ricetta: “Dobbiamo finire la stagione alla grande. Fornirgli un’auto che gli permetta di vincere e far sì che la squadra ottenga ottimi punti nel Campionato Costruttori“. Insomma tanta fiducia ma soprattutto tanto ottimismo (quello che forse manca da qualche altra parte, sappiamo tutti dove…) per questo 2024, giunto soltanto alla metà del proprio corso.
Mercedes vince e convince: la chiave dello sviluppo della W15
Ma aldilà del team, di Toto, degli uomini e degli strateghi, cos’è che ha realmente evoluto la W15? Quale il fattore che ha condotto al successo Mercedes a Silverstone? La chiave del successo in terra inglese della monoposto di Stoccarda è stata certamente quella dello sviluppo dell’omonima vettura: la W15, sempre più alleggerita come già detto dopo l’Austria, tocca “per terra” molto più di tutti in griglia. Inoltre anche il fondamentale lavoro prodotto dai nuovi braccetti e dalle nuove sospensioni anteriori (producendo un gran numero di punti di carico), hanno compensato e mediato: una vettura bassa e scarica ma retta da sospensioni pesanti e cariche aerodinamicamente sono la soluzione ai mali della W15.
Un vero e proprio compromesso che è incentivato e sfruttato al meglio anche da chi conduce questa monoposto, spesse volte troppo pesante a inizio anno: i piloti. Se Mercedes a Silverstone, prima forza ora o meno sta alla pista sancirlo, è balzata così avanti, è principalmente merito anche di quei due fenomeni alla guida, micidiali sul giro secco e impeccabili in gara. Ecco allora l’ennesimo punto di forza.
Foto: Mercedes AMG-Petronas