Sprint race F2, Juan Manuel Correa a podio (poi revocato) 5 anni dopo aver quasi perso un piede a Spa

di Nicola Lamberti

Juan Manuel Correa a podio 5 anni dopo l’incidente di Spa-Francorchamps in cui perse la vita Anthoine Hubert e dove lui rischiò di perdere un piede. Il podio è stato poi revocato per Track Limits, ma l’impresa resta

Sono passati 1757 giorni, quasi 5 anni, da quel fatale 31 agosto 2019 quando Anthoine Hubert perse la vita in un incidente in uscita dalla curva Eau Rouge-Radillon a Spa-Francorchamps. In quell’incidente ci fu un altro protagonista: Juan Manuel Correa, che rischiò l’amputazione del piede destro dopo aver centrato in pieno la monoposto di Hubert ed essersi cappottato.

La Sprint Race di Barcellona insegna a tutti noi una lezione importante di vita. Il pilota ecuadoregno poteva tranquillamente ritirarsi dalle corse e tutti avrebbero capito la sua difficoltà nel ripartire. Correa poteva arrendersi, poteva salutare tutto e tutti, ma lui ha voluto mandare al Mondo un messaggio. E l’ha fatto. Ieri è tornato a podio in Formula 2. Tralasciamo il fatto che il trofeo sia stato revocato per una penalità dovuta ai track limits, tema di discussione come sempre nel circus del motorsport, perchè l’impresa rimane.

Sprint Race di Barcellona con Correa a podio. Dopo l’incidente ha rischiato l’amputazione del piede destro.

Tornare a gareggiare ai massimi livelli non è stato solo un lavoro fisico per rientrare dal grave infortunio, ma anche e soprattutto uno sforzo mentale nel mettersi da parte il passato e, una volta chiusa la visiera, tornare ad aggredire ogni curva come fosse l’ultima.

La storia di Correa, una vita nel segno del motorsport

Correa inizia a correre sui go-kart a 7 anni nel segno di un Paese povero. Juan Manuel nasce e cresce a Quito, Capitale e città di 2 milioni di abitanti a quasi 3000 metri d’altezza. Spiccare in contesti sociali del genere non è facile. Correa ce la fa, nel segno della passione per le quattro ruote. Entra in Formula 2 nel 2019 con il team Charouz Racing dopo un passato in Formula 4 italiana e nella GP3 (attuale Formula 3). L’anno del suo incidente è la sua rookie season e questo rende il processo di rientro ancor più complicato mentalmente.

Anthoine e Juan Manuel sono rivali in pista, ma prima di tutto ottimi amici. Hubert muore sul colpo, Correa finisce in terapia intensiva e rimane in coma per 3 settimane per delle complicazioni polmonari. Il risveglio è complicatissimo: i medici consigliano l’amputazione del piede, oltre ad avere danni spinali e ai polmoni. Correa si rifiuta di cedere perché non riesce a immaginare sé stesso da nessuna parte se non in una monoposto. Promette ai medici di tornare in Formula 2 e magari di ambire al sogno F1.

Una foto di Correa alla Eau Rouge, un anno dopo l’incidente

Si sottopone a interventi chirurgici lunghi e difficili, ma un anno e otto mesi dopo l’accaduto torna su una macchina da corsa, la Formula 3 spagnola per poi ritrovare un contratto in questa stagione con il Mondo della Formula 2. Correa, recuperato fisicamente, subisce un allenamento mentale che ricorda grandi campioni del passato (tra i quali Kubica dopo Montreal 2007 e Niki Lauda dopo il famoso incidente al Nürburgring).

Correa a podio nella Sprint Race di Barcellona è un esempio non solo per il mondo dei motori, ma anche per la vita di tutti i giorni e fa comprendere come tutto è possibile mettendosi d’impegno ed avendo le giuste motivazioni. Vero, il podio gli è stato rimosso dopo la gara, ma nel cuore di tutti noi è presente l’impresa che ha portato a compimento il ragazzo classe 1999, nel ricordo di Anthoine Hubert.

Foto: Formula 2, X/Juan Manuel Correa

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