Dopo i tanti episodi tra Sprint e gara con annesse penalità Magnussen a Miami, ora il danese rischia: è infatti a soli 2 punti dallo stop per un GP
Il weekend di Miami si è ufficialmente concluso, e l’occhio è già sull’Europa, a casa nostra. Imola. Ma l’ultimo fine settimana americano ha riservato tantissime battaglie, regalando colpi di scena e scontri epici, per la vittoria e non solo. Se tutti i primi 5 GP della stagione sono stati infatti dominati da Verstappen (e Sainz a Melbourne), Lando Norris ha finalmente centrato la sua prima vittoria in carriera. Ma l’entusiasmante gara statunitense ha riservato emozioni anche nelle retrovie, e soprattutto non solo nella gara domenicale. L’appuntamento Sprint ha visto infatti, tantissimi sorpassi e difese forse oltre i limiti: protagonista indiscusso Kevin Magnussen.
Il danese della Haas, ancora incerto del sedile la prossima stagione, nella Sprint del sabato si è esibito in una grandissima prova difensiva contro la Mercedes del 7 volte iridato Lewis Hamilton. Non solo risulta incredibile credere a come una Haas sia riuscita a difendersi da una Mercedes (e soprattutto da chi guida quella Mercedes), ma anche al come e al perché di questa strenua (e sconfinata) difesa: la resistenza di Kevin ha consentito a Nico Hulkenberg di conquistare altri 2 punti importantissimi nel costruttori, grazie appunto al settimo posto nella Sprint.
Il tutto accompagnato però da 35 secondi di penalità nel sabato, a cui si aggiungono ulteriori 30 nella gara di domenica sera. Questa volta protagonista la Williams di Sargeant, già in grossissime difficoltà economiche, e con l’ennesima macchina distrutta, solamente alla sesta gara. 10 secondi per il contatto con l’americano della Williams, e ulteriori 20 per non aver cambiato gomme entrando in pit durante Safety Car. Insomma, un disastro.
La reazione di Stella alle penalità a Magnussen a Miami
Quali conseguenze allora per “K-Mag”? I sessantacinque secondi di penalità a Magnussen a Miami hanno aperto un lungo dibattito, che ha coinvolto persino il team principal (e vero protagonista del weekend) McLaren Andrea Stella. Al danese restano, a stagione ancora eterna, soltanto altri 2 punti sulla patente, che in caso di esaurimento lo vedrà saltare la disputa di un GP. I prossimi punti non gli verranno tolti fino al 9 marzo 2025. Interessante annotare che, sulla scia di Magnussen, a rischio ci siano anche Perez (8 punti) e proprio Sargeant (8 punti anche per lui), e dunque non lontani dalla sanzione, che scatta al raggiungimento dei 12.
Un qualcosa che non è andato giù al team principal italiano, che ha commentato così la vicenda delle penalità a Magnussen a Miami:“Questo è un caso di un pilota che volontariamente danneggia i suoi avversari. Un comportamento reiterato nella stessa stagione e nella stessa gara. Vanno presi provvedimenti più severi, perché questo non è il modo di correre.
Stella ha poi continuato a colpire basso: “Il suo comportamento di anti sportività si perpetua nella stessa stagione. Forse ha bisogno di trascorrere un fine settimana di gara a casa con la famiglia riflettendo sul suo concetto di sportività, poi che torni pure. Ma vediamo se si comporta lealmente nei confronti dei colleghi, in tal caso può rimanere. Quel che è accaduto è assolutamente inaccettabile“.
Tuttavia, può sembrar fuorviante, ma non serve stupirsi di ciò che Magnussen ha compiuto a Miami: le manovre estremamente difensive in favore del compagno di squadra Hulkenberg, si erano già viste a Jeddah. E anche lì sono arrivate penalità. E’ però giusto rovinare la gara altrui, facendo perdere secondi su secondi gratuitamente guardando al benessere del proprio team? La F1 si sa, è uno sport di squadra, molto più di altri. Ma forse c’è un limite a tutto, e dovrebbe essere il momento che anche chi commini le penalità se ne renda conto.
Foto: Kevin Magnussen X, MoneyGramm Haas