Red Bull comanda questa speciale classifica dei pit stop F1 2024, seguono Ferrari e Mercedes. Male Alpine e Racing Bulls. Disastro Sauber
Il momento del pit-stop è da sempre una delle situazioni più attese in tutti i GP della F1. Eppure si tratta ormai sempre più di questioni di attimi. Incredibile come un paio di secondi possano decidere esiti di gare, o a volte campionati. Ecco che allora, alla vigilia ormai del sempre più prossimo GP di Miami, sorge una speciale classifica, molto attesa da tutti i fan della F1. Una classifica legata alla media, in termini di secondi impiegati, dai vari team nell’effettuare i pit stop nelle prime 5 gare di questa stagione.
A chi l’onore di guidare questa importante classifica? Ovviamente a chi da anni ormai domina tutte le graduatorie del nostro sport, Red Bull. Il team austriaco vanta infatti questo primato (provvisorio ma non troppo) da ormai anni, con i meccanici confermati come i più veloci nel mettere le mani sulle macchine di Verstappen e Perez. E il risultato è strabiliante: una media di soli 2.28 secondi! In Cina, la miglior performance di sempre per gli uomini di Horner: 4 pit stop per i due piloti, e il più lento in 2.1 secondi (il più veloce in 1.9). Dati paurosi, semplicemente da applausi.
A seguire i tori di Salisburgo (o Milton Keynes a seconda dei gusti), un testa a testa serrato tra Ferrari e Mercedes: il Cavallino si contende la seconda piazza alla pari della Stella di Stoccarda, con una media abbastanza invidiabile, di 2.69 secondi. Anche se distanti dal primato non in discussione di Red Bull, Ferrari ha colmato di molto il gap questa stagione, migliorando esponenzialmente dai disastri visti fino al 2022. Ma c’è ancora del lavoro da fare.
Il record Red Bull in Cina e gli altri team in classifica
L’ultimo GP corso in Cina ha inoltre preservato un qualcosa di sensazionale sempre in casa Red Bull: oltre ad aver battuto tutti i record, la squadra Campione del Mondo in carica da due anni a questa parte, ha effettuato il doppio pit stop più veloce di sempre (il cosiddetto “double stack”). Al giro 13 infatti, passando dalle gialle alle bianche, il pit di Verstappen è durato solo 2.18 secondi, e quello sulla monoposto di Perez effettuato invece in 2 secondi esatti, per un totale di 4.18 secondi.
Se c’è qualcuno che invidia fin troppo Red Bull, Ferrari o Mercedes tenetevi forte perché il resto della classifica riserverà risultati sorprendenti. In quarta posizione di questa speciale graduatoria vi è Aston Martin, con una media di 2.79 secondi, appena dietro Ferrari e Mercedes. Segue McLaren quinta (2.84), l’ultima scuderia ad avere una media sotto i 3 secondi.
Già perché dal sesto posto in giù i risultati sono “catastrofici”, se paragonati ai top team: la Haas è sesta con 3.81 di media (fino al 2021 era abbondantemente la più lenta in griglia insieme ad Alfa Romeo), mentre al settimo posto vi è la Williams, con 3.92. Sorprendentemente Racing Bulls occupa addirittura la nona (e penultima) posizione in classifica con una media di 5.28 secondi, preceduta da Alpine a 4.78. E a completare la ricetta, ecco il fanalino di coda: ultima e isolata, con una media terrificante che ha distrutto le gare di Bottas e Zhou finora, c’è infatti Sauber. Il dato è pauroso: 10.01 secondi. Non serve aggiungere granché.
I pit stop, banalizzati fin troppo sovente, sono in realtà parte del successo di un team. E non è un caso che Ferrari nei primi 2000 dominasse questa classifica, poi passando l’eredità a McLaren e infine a Mercedes, con quest’ultima a rappresentare un’epoca di perfezione al box. E Red Bull, che piaccia o meno, incarna al meglio quest’ideale di “perfezione”, estendendolo a tutti i campi. Perché per ottenere successo in F1, in così tanta competitività e competizione, c’è bisogno proprio di questo: essere perfetti.
Foto: Oracle Red Bull, Scuderia Ferrari HP, Stake Kick Sauber