A trent’anni dalla morte a Imola nel ’94, Ayrton Senna resta tuttora l’emblema del motorsport…
Non c’è Ayrton Senna senza Formula 1 e non c’è Formula 1 senza Ayrton Senna.
Due facce della stessa medaglia con il medesimo desiderio di velocità.
La storia d’amore che li unisce è unica e altrettanto irripetibile, nata nella terra suggestiva del Brasile e sulle piste di Sao Paulo.
Il 21 marzo 1960 nasce un bambino col sogno di un pilota, una stella destinata ad essere una supernova.
L’altra dimensione
Ayrton Senna è Simbolo, ciò che si definisce passione.
Lui che viveva e respirava la Formula 1 con una forza diversa da chiunque altro.
Non tutti sanno amare con la giusta intensità, ma lui sapeva esattamente quando e come premere il pedale dell’acceleratore e quando, invece, usare il piede più dolcemente.
Ayrton Senna è Leggenda, uomo fatto Dio da chi, come lui, fa ragione di vita uno sport che toglie tutto in meno di un momento.
Fra le strade di Monaco, dove la magia aveva dimora, discepoli fedeli nel credo del mito brasiliano, anni dopo, ci sono ancora.
Morirò da Re
Una domenica di maggio, in testa alla corsa, un soffio di vento e te ne sei andato.
Forse sapevi che saresti morto quel giorno, con il tuo sguardo perso e malinconico prima della gara. Ma non hai rinunciato a ciò che più vivo ti faceva sentire anche ad una passo dalla fine.
Consapevole che se quello fosse stato il destino che Dio ti aveva riservato, andava bene. Purché una corsa, fosse stata l’ultimo viaggio.
Chiudi gli occhi difronte all’evidenza della grandezza delle tue gesta, perché l’umiltà non ti mancava mai. Ma ora, che nessuno abbia mai nemmeno il beneficio del dubbio che ciò che eri e sei sia infinito.
E allora, vivi e respira Ayrton, nei ricordi e nei desideri delle persone che ti amavano e che ti amano ancora, con la stessa passione con la quale correvi.
Sognare è necessario, dicevi tra tue tante frasi iconiche. E a volte i sogni sono l’unica cosa che ci danno la forza di continuare a vivere.
In memoria di Ayrton Senna da Silva.
Foto: Formula 1