Scopriamo come evitare il jet lag con l’esperienza dei piloti di Formula 1, spesso abituati a trasferte intercontinentali e fusi orari assurdi prima di una nuova gara…
I piloti di Formula 1 si trovano quasi sempre ad affrontare lunghi viaggi intercontinentali ogni una o due settimane e devono gestire il carico di questi voli aerei, evitando problemi di jet lag per esempio. Dopo il GP di Cina odierno ci sarà il Gran Premio di Miami, dall’altra parte del mondo.
Molte persone nell’ambito della F1 hanno raccontato come evitare il jet lag e ci sono alcuni metodi che i piloti utilizzano: andiamoli a scoprire!
Come evitare il jet lag: i segreti dei ragazzi della Formula 1
Il primo è la grande esposizione alla luce solare che tendono a ricevere i piloti. La luce riduce infatti la produzione di melatonina, un ormone che aiuta a dormire. In questo modo viene ridotto il bisogno di sonno e viene garantita più freschezza. Qualora si avesse bisogno di dormire i piloti decidono di rimanere di più nei posti chiusi, evitando la luce solare e addirittura utilizzando occhiali da sole anche nei luoghi al coperto.
Un altro metodo comune è l‘assunzione di grandi quantità di caffeina, che, come tutti sappiamo, riduce la necessità di dormire (anche ai ragazzi della Formula 1). I piloti ne assumono una piccola quantità alla volta, in modo frequente.
Appena dopo il risveglio i piloti tendono ad avere delle sessioni di esercizio fisico, come la corsa o la bicicletta per esempio. Queste sedute aiutano infatti ad aggiustare “l’orario corporeo”, facendolo abituare ai ritmi del nuovo fuso orario.
Molti atleti apprezzano le partite a golf, perché sono di bassa intensità ed espongono il corpo al sole.
I consigli di Carlos Sainz, pilota Ferrari
Nel viaggio tra il medio Oriente (Jeddah, seconda tappa del Mondiale) e l’Oceania (Melbourne, terza tappa) lo spagnolo ci ha accompagnato con sé nel suo viaggio. Per prima cosa l’obiettivo dei piloti è arrivare con largo anticipo a destinazione, così da saper smaltire l’eventuale jet lag. Il numero 55 della Ferrari, il cui volo partiva alle 22 e 30 italiane (alba australiana) non dorme per tutta la durata del viaggio, aiutandosi con grandi dosi di caffeina e luci rigorosamente accese. Una volta arrivato a Melbourne sarà in sincronia con la notte australiana, perciò riuscirà a stabilizzarsi agli orari dell’Oceania.
Lo stress provocato dal jet lag è una questione importante per la gestione delle attività degli atleti, anche secondo il team di Charles Leclerc. Quest’ultimo rischia di compromettere il recupero fisico dei piloti, mettendone a rischio le prestazioni in pista. Devono essere gestiti tutti i momenti di vita quotidiana, dall’orario in cui impostare la sveglia all’utilizzo regolato del cellulare.
I piloti di Formula 1 hanno bisogno di una preparazione al limite dell’immaginabile: si sottopongono infatti a sessioni stancanti per migliorare il loro fisico e la gestione del jet lag è solo la punta dell’iceberg quando si tratta di atleti di questo tipo.
Foto: X, Formula 1