Dall’introduzione della direttiva è iniziato un totale dominio Red Bull: la nuova era dava spettacolo, prima del clamoroso autogol della FIA…
Torniamo indietro alla pausa estiva 2022.
Max Verstappen è avanti di 70 punti su Charles Leclerc, nonostante la Ferrari si sia dimostrata tutt’altro che inferiore alla Red Bull. Nell’ultima gara in Ungheria Max è stato nettamente il più veloce, favorito anche da una Ferrari che ha rovinato la gara del suo numero 16, montandogli delle gomme hard che proprio non andavano. Nelle tre gare prima, però (Gran Bretagna, Austria e Francia) Leclerc era imprendibile per le Red Bull, ma per diversi motivi in queste tre gare Charles ha ottenuto solo 44 punti (contando anche la Sprint Race). Un campionato chiuso solo dagli errori della Rossa, ma che fino a quel momento aveva regalato un filotto di gare straordinarie.
La nuova era della Formula 1 è stupenda, e il suo futuro non potrebbe andare meglio di così.
O almeno così sembra.
Durante la pausa estiva la FIA stravolge tutto: viene approvata la TD39, spinta soprattutto da Mercedes, che obbliga tutti ad alzare le monoposto di almeno 15 millimetri da terra per evitare il porpoising, fenomeno pericoloso per la salute dei piloti, rallentando le vetture di circa 3-4 decimi.
Contro questa direttiva si schiera in primis Christian Horner: celebre è la sua risposta a Toto Wolff, riguardo ai problemi di saltellamento della W13, in un briefing della FIA (“Hai problemi? Allora cambia la tua c*zzo di macchina, non la nostra!”).
Eppure quella direttiva non sembrava essere così determinante: d’altronde tutti erano obbligati ad alzare le loro auto. Concettualmente, però, è chiaro che cambiare le regole a metà di un campionato dove girano interessi da diversi miliardi di euro è sbagliato e soprattutto antisportivo.
Alla prima gara post-TD39 il risultato è disastroso: a Spa si vede la gara più noiosa della stagione, con Verstappen che gira diversi secondi più veloce di tutti gli altri. Da quel momento soltanto in Brasile si vede un minimo di competizione, mentre le altre gare sono una lenta attesa verso le vittorie o di Verstappen, o di Perez.
Una direttiva alla quale Red Bull si era fortemente opposta, ma dalla sua entrata in vigore il team austriaco ha vinto 11 delle 12 gare disputate: solo in Brasile il risultato è stato diverso.
Nessuno però dall’Azerbaijan in poi si era lamentato del porpoising, da quella famosa gara dove George Russell e Lewis Hamilton ne uscirono con le osse rotta. Erano in tanti a non essere d’accordo oltre a Horner: anche Mattia Binotto è sempre stato contrario, sapendo che Ferrari era riuscita a risolvere molto bene il problema del porpoising, così come anche Williams, Haas e Alfa Romeo non apprezzavano l’idea di cambiare i regolamenti a metà stagione.
Ormai, però, il danno è fatto: Red Bull domina qualsiasi gara in lungo e in largo, tanto da permettersi di dare diversi decimi a tutti e nel frattempo gestire le gomme. Con buona pace di quella meravigliosa prima parte di stagione, che ci avrebbe portato ad un 2023 straordinario e (probabilmente) ad una lotta in vetta a tre o addirittura a quattro con Aston Martin.
Fonte immagini: Scuderia Ferrari