La nascita e la storia di quello che oggi noi conosciamo come ”Autodromo Enzo e Dino Ferrari” il quale, dal 1950, ci regala grandi emozioni.
“L’Autodromo di Imola, nella tradizione Ferrari è il luogo dell’appuntamento con il popolo rosso, la curva Sud del tifo, mentre Monza è da sempre la curva Nord […] appena esci dai box ti trovi in mezzo agli alberi, come correre in un bosco. Ma appena dopo, alla Tosa, è come entrare in uno stadio pieno. Senti le urla che arrivano dalla collina mentre guidi, le sentivo con il 12 cilindri, figuriamoci adesso con queste macchine meno rumorose. Un boato a ogni giro...”
“Alla Rivazza, ancora meglio. Mentre scendi dalla Variante Alta, vedi case, finestre e balconi e ti sembra di essere in un posto strano, in mezzo a una città. Poi, quando vai dentro la Rivazza 2 vedi la collina strapiena e capisci che Imola è unica“. (Jean Alesi)
La nascita dell’Autodromo di Imola: i primi lavori
Il 22 marzo dell’anno 1950 iniziarono ufficialmente i lavori per la costruzione di quello che oggi noi conosciamo come: ”Autodromo Enzo e Dino Ferrari.” Una pista conosciuta da appassionati e non, ricca di storia, di ricordi e di emozioni.
Oggi il circuito imolese, con i suoi 4,909 km tutti da percorrere in senso antiorario e le sue 19 curve, è nettamente diverso rispetto a quello che sarebbe dovuto essere il progetto iniziale: dal tracciato motociclistico e su strade aperte che doveva essere, è diventato chiuso e permanente. Tuttavia, per farlo diventare tale, dovettero trascorrere gli anni 50 e buona parte degli anni 60, date le strade da cui era composto.
La prima volta sul tracciato e le prime competizioni ospitate dall’Autodromo
Così come Neil Amstrong e Buzz Aldrin furono i primi due uomini a mettere piede sulla luna, esattamente il 19 ottobre 1952 Farina, Villoresi e Ascari furono i primi piloti a girare nella neonata pista romagnola alla guida di vetture Sport 340.
A questo evento seguì, il 25 aprile 1953, la gara d’inaugurazione. Essa comprendeva il Gran Premio CONI, una gara motociclistica valida per il campionato italiano classi 125 e 150, e una gara nazionale delle 250.
Il 1954 vide campionati come la Coppa d’oro, una prestigiosa gara di moto che Checco Costa aveva messo a punto per le categorie 250, 350 e 500 e la Conchiglia d’oro Shell che sancì l’ingresso dell’automobilismo a Imola. Tra gli anni 50 e gli anni 60 il circuito purtroppo non fu utilizzato al massimo delle sue capacità, peccava sia di gare che di affitti alle case costruttrici per collaudi vari.
QUI IL NOSTRO VIDEO ALL’AUTODROMO DI IMOLA
Il primo mondiale e la denominazione dell’Autodromo
Il 21 aprile 1963 sembrò esserci un barlume di speranza dato che la Formula 1 arrivò sul tracciato imolese, anche se per una gara non valida per il campionato. Mancava la Ferrari, questo è vero, ma la prestazione migliore andò a Jim Clark che si portò a casa la vittoria insieme alla sua Lotus.
Con il passare del tempo il tracciato si fece sempre più ospitale fino a che, nel 1969, arrivò ad ospitare il Gran Premio delle Nazioni: una gara motociclistica valida per il campionato mondiale. Il nome ”Autodromo Enzo e Dino Ferrari” lo acquisì tra il 1970 e la scomparsa del Drake avvenuta il 14 agosto 1988, per onorare sia l’immagine di Enzo Ferrari che quella del figlio Dino.
L’arrivo della Formula 1 all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari e il weekend del 1994
Il 14 settembre 1980 viene ricordata come una data storica per l’Autodromo: la Formula 1 approdò a Imola con una gara valida per il Mondiale, il 51° Gran Premio di Italia, ”detratto” per l’occasione al prestigioso circuito di Monza e vinto da Nelson Piquet. Fu dall’anno seguente che i due Gran Premi disputati in Italia si separarono: quello imolese si sarebbe corso in piena primavera e sarebbe diventato il Gran Premio di San Marino (adesso Gran Premio del made in Italy e dell’Emilia-Romagna); mentre quello brianzolo, il Gran Premio d’Italia, si sarebbe disputato verso il mese di settembre.
Parlando del tracciato romagnolo non possiamo non ricordare il tragico weekend del 1994. Un weekend nero, un weekend da brividi. Nel vero senso della parola. Durante il venerdì, giornata di prove, Rubens Barrichello si schiantò alla variante bassa riportando ”solo” l’incrinazione di una costola e la rottura del setto nasale. Il giorno dopo, sabato 30 aprile, Roland Ratzenberger si schiantò alla curva Villeneuve ed esalò il suo ultimo respiro. Domenica 1º maggio la Williams pilotata da Ayrton Senna finì contro il muro al Tamburello causando la morte del brasiliano.
Dopo questi incidenti vennero apportate delle modifiche volte a rendere il tracciato meno pericoloso, per evitare il ripetersi di eventi del genere.
L’Autodromo Enzo e Dino Ferrari oggi
Ad oggi l’Autodromo ha ospitato diverse competizioni motoristiche e continuerà a farlo per un lungo periodo di tempo.
Va inoltre ricordato come la struttura sia anche sede di importanti eventi al di fuori del mondo dei motori, come quelli sportivi e musicali.
Foto: Autodromo Imola, Schlegelmilch