A tre anni di distanza torniamo a parlare di quanto successe durante la gara di chiusura di Abu Dhabi 2021: quali sono state le sue dirette conseguenze, visibili ad oggi, nella grande realtà chiamata “Formula Uno”?
Sono passati quasi tre anni da quel 12 dicembre 2021, il giorno in cui la storia del Motorsport venne segnata in modo definitivo con il GP di Abu Dhabi 2021. Nonostante ciò, è giusto tornare ad analizzare quanto successe durante il Gran Premio di chiusura della stagione, soffermandosi in particolar modo su quelli che sono stati i risvolti all’interno del Paddock di Formula Uno nell’immediato futuro.
Ma facciamo un passo indietro, e ripercorriamo quanto successo durante quella gara. Hamilton e Verstappen arrivano a contendersi il titolo mondiale all’ultimo appuntamento stagionale. Sono le ore 14 italiane quando il Gran Premio di Abu Dhabi 2021 prende il via. Max, che scatta dalla pole position, sbaglia la partenza e viene subito passato da Lewis. Passano i giri, i tifosi sperano in un duello corpo a corpo che però non arriva: Lewis continua ad allungare, e a Max non resta che inseguire, in attesa che accada qualcosa in grado di ribaltare le carte in tavola. E qualcosa accade.
Al 50° giro sui 58 previsti Nicholas Latifi, in lotta con Mick Schumacher, perde il controllo della sua monoposto e va a sbattere contro le barriere. Esce la Safety Car. Hamilton si accoda, rimanendo in pista con gomme bianche usurate. Verstappen, al contrario, si gioca il jolly della vita entrando al box per montare gomme rosse nuove; quando rientra in pista, però, ci sono ben 5 macchine doppiate a separarlo da Lewis. E’ il caos. Che cosa fare? Far ripartire la gara? Far finire il mondiale più combattuto degli ultimi anni in regime di Safety Car? Esporre bandiera rossa?
Alla fine la direzione gara prende una decisione. Alle cinque monoposto che dividono Lewis Hamilton da Max Verstappen viene data la possibilità di sdoppiarsi: verrà fatta ripartire la gara, verrà concesso un giro, un unico giro che avrebbe decretato il Campione del Mondo della stagione ’21. Sarà Max Verstappen a salire sul gradino più alto del podio ad Abu Dhabi 2021, vincendo il suo primo titolo iridato, mentre Lewis Hamilton uscirà da quella gara come il grande sconfitto.
Torniamo ora al presente, o meglio a un mese fa. E’ il 1° febbraio, una tranquilla mattina invernale, quando il telefono esplode di notizie: “Hamilton alla Ferrari dal 2025”, “Hamilton in Ferrari, è fatta. Carlos Sainz non rinnoverà”, “Addio a Hamilton vicinissimo: Wolff, nel pomeriggio discorso alla squadra”. La sera stessa arriva la conferma da Maranello: “Team Statement: Scuderia Ferrari is pleased to announce that Lewis Hamilton will be joining the team in 2025, on a multi-year contract”. Ed ecco che l’impensabile è accaduto. Ma si è trattato veramente di una scelta tanto azzardata quanto inverosimile, o all’interno del paddock c’era già da tempo il sentore di questo annuncio?
Ripercorriamo brevemente le tappe principali della carriera del pluricampione inglese: corre l’anno 2007 quando un giovane Lewis Hamilton esordisce in Formula Uno con il team britannico McLaren. Arrivato vicinissimo a sfiorare l’impresa di vincere il titolo mondiale nel suo anno da rookie, riuscirà a coronare il sogno di vedere il suo nome inserito nell’Albo D’Oro della Formula Uno l’anno successivo. Nel 2013 passa in Mercedes, prendendo il sedile il Michael Schumacher. Una scelta da molti criticata, in quanto in quegli anni la scuderia tedesca non vantava ancora il ruolo di top-team all’interno dello schieramento.
Lewis, però, ne era sicuro: scelse Mercedes per fare la storia, proprio come aveva fatto Schumacher con Ferrari. E chi lo sa che, con quel passaggio di consegne avvenuto nel 2013, non fosse già tutto scritto: il mondiale vinto nel 2020, quello che ad oggi è ricordato come l’ultimo trionfo di Lewis Hamilton, ha fatto sì che il campione inglese eguagliasse il record di Michael Schumacher di sette titoli iridati. Nessun altro, nella storia della Formula Uno, è mai riuscito a compiere un’impresa simile.
Abu Dhabi 2021 e l’addio di Hamilton alla Mercedes
Ma cos’hanno in comune il mondiale perso ad Abu Dhabi 2021, la carriera sportiva di Hamilton e il suo annunciato addio alla Mercedes? Un filo. Il filo del destino, se così vogliamo chiamarlo. Perché la vita e la carriera del pluricampione britannico sono sempre state legate a doppio senso con la scuderia del Cavallino Rampante, volente o nolente. Ci sono quattro aspetti da considerare, fattori che fino a un mese fa risultavano del tutto sconnessi, ma che ad oggi si incontrano dando vita a una combinazione perfetta.
Siamo negli anni ‘90, Lewis non è ancora la leggenda che conosciamo oggi. Ha pochi anni, abita nella cittadina inglese di Stevenage e a scuola viene deriso per via del colore della sua pelle, troppo scura in confronto a quella dei suoi compagni. Eppure ha una passione, che tiene stretta: le auto da corsa, che siano a grandezza reale o in miniatura. E ha un grande idolo, Ayrton Senna. Tutti gli appassionati di motorsport conoscono la storia del campione brasiliano, ad oggi considerato come uno dei più grandi di tutti i tempi.
E con molto rammarico viene da chiedersi quale sarebbe potuto essere il futuro di Ayrton Senna, se solo non avesse corso quel maledetto 1° maggio 1994: molto probabilmente, prima o dopo, sarebbe passato in Ferrari. D’altronde, proprio come disse il grande Enzo Ferrari, il sogno di ogni bambino è correre per la Rossa.
Non si tratta solo di una macchina da corsa, ma di un vero e proprio simbolo che ha fatto la storia; correre e vincere con Ferrari è il coronamento di una carriera, è la possibilità di avere il proprio nome scritto accanto ai giganti che hanno segnato la storia della Formula Uno. Forse è stato questo ciò che ha pensato Sebastian Vettel, quando ha deciso di lasciare Red Bull per approdare a Maranello.
Seb ci teneva a vincere con la Rossa, non ha mai nascosto quanto grande fosse il suo rammarico per non essere riuscito a riportare il titolo in Italia. E quei titoli che Lewis vinse tra il 2017 e il 2019, forse i suoi mondiali più belli, li vinse proprio trionfando sulla Ferrari di Sebastian Vettel, da sempre suo rivale e grande amico. Seb si era innamorato della passione che scorreva, e che scorre tuttora, nei tifosi della Rossa.
E se fosse stata proprio questa passione ad attirare Lewis verso la scuderia italiana? Durante questi anni si è lasciato andare più volte a sguardi ammaliati e innamorati nei confronti della monoposto che è il simbolo di un’intera nazione, ma non solo: con il passare del tempo, abbiamo avuto l’occasione di vedere un Lewis Hamilton sempre più affascinato dalla gente, dalle grandi folle che si radunano in attesa di vedere e acclamare il proprio idolo.
Sulla scia di questi brevi segnali da parte di Lewis sono state diverse le persone che si sono lasciate andare a commenti sognanti: “Prima o poi verrà in Ferrari”. E giungiamo infine all’ultimo tassello che compone il puzzle: Charles Leclerc. Così come il suo amico Vettel, anche Lewis ha sempre mostrato un sentimento di grande stima e rispetto nei confronti del principe di Monaco, che nelle sue dichiarazioni ha sempre confermato come questi siano reciproci.
Ed eccoci quindi arrivati al 1° febbraio 2024. Lewis è seduto e riflette sulla sua carriera: 103 vittorie, 104 pole, 197 podi, 16 stagioni e 7 mondiali iridati. Cifre assurde, che non sono comunque sufficienti per descrivere quella che è stata la carriera del fuoriclasse inglese. Lewis lo sa bene: gli anni difficili della sua infanzia e adolescenza, il grande affetto nei confronti di papà Anthony. Le maestose vittorie, come quella che arrivò in Turchia nel 2020, insieme al suo settimo titolo mondiale, e quella frase capace di far sognare, una frase che dava speranza: “That’s for all the kids out there who dream the impossible. You can do it too man. I believe in you guys!”.
Ma anche le grandi sconfitte: il 2007, il 2016, e soprattutto Abu Dhabi 2021. C’è una cosa però di cui Lewis, più di tutti, può andare fiero: il fatto di non arrendersi mai, di sapersi rialzare anche dopo le peggiori sconfitte: “Still I rise”, è questo il suo mantra, una promessa fatta a sé stesso, incisa sulla pelle, una filosofia di vita che negli anni è stata accolta da coloro che in Lewis Hamilton, prima che un pluricampione della Formula Uno, vedono una persona comune che ha deciso di lottare per ciò in cui crede, non importa quanto grandi siano le sconfitte o gli ostacoli da superare. Una dimostrazione è stata proprio quel mondiale perso nel 2021, all’ultimo giro.
Molti all’interno del paddock erano certi di un ritiro di Lewis, nel caso in cui avesse vinto l’ottavo titolo ad Abu Dhabi 2021. E invece il destino ha voluto che Lewis vedesse quel numero 8 sfuggirgli dalle mani alla 5° curva del circuito di Abu Dhabi, al 58° giro sui 58 previsti. Dopo quel 12 dicembre 2021, il nulla. Settimane in cui Lewis sembrava sparito dalla faccia della terra. Si pensava che non ce l’avesse fatta a superare quella sconfitta, e invece Lewis Hamilton ha stupito ancora una volta, si è rialzato dal punto più basso che avesse mai raggiunto in tutta la sua vita, continuando a correre con Mercedes.
E ora, il 1° febbraio 2024, alla veneranda età di 39 anni ma con ancora gli stessi occhi lucidi di quel bambino partito da Stevenage, decide di mollare tutto e ricominciare da capo, di rimettersi in gioco. E decide di farlo firmando per la Rossa, realizzando un altro dei sogni di quel bambino, come dichiarato da lui stesso nel post in cui ha annunciato che dal 2025 porterà il Cavallino Rampante sul petto, accanto al principe di Monaco.
E adesso non ci resta che aspettare il 2025, perché diciamocelo: Lewis Hamilton può piacere o non piacere, ma avere un campione del suo calibro che corre per la Ferrari fa effetto: il pilota più vincente di sempre e la Scuderia più vincente di sempre. Per anni si sono inseguiti, sfidati, osservati, e alla fine il figlio del vento ha ceduto all’attrazione, a quel fil rouge che, in fondo, li ha sempre legati, grazie anche a quel GP di Abu Dhabi 2021.
Ed ecco che, allora, unendo i vari puntini sparsi in anni di storia e di corse, ci si ritrova davanti a un vero e proprio “effetto farfalla in F1”: così come il volo di una farfalla può provocare un uragano dalla parte opposta del mondo, così mi piace pensare che quei mondiali vinti trionfando sulla Ferrari, quella sua ammirazione nei confronti di Senna e quell’ultimo giro di gara concesso ad Abu Dhabi 2021 abbiano portato Lewis a firmare per Ferrari. Non possiamo esserne sicuri, ma una cosa è certa: non ci resta che contare i giorni, e quando arriverà quel momento dovremo solo sederci, accendere la TV e goderci lo spettacolo perché, come si suol dire, il resto sarà storia.
Fonti: Getty, GPK (Marta Montefinese)