Esattamente 12 anni fa ci lasciava Marco Simoncelli, uno dei piloti italiani più amati di sempre nella storia del motociclismo
“Per sempre nei nostri cuori”. L’account ufficiale della MotoGP ricorda così Marco Simoncelli, dove esattamente 12 anni fa perse la vita nel tragico incidente durante il Gran Premio della Malesia a Sepang. Marco morì a causa di un gravissimo impatto con la Ducati numero 46 di Valentino Rossi, amico di una vita.
Il 23 ottobre del 2011 il mondo del motorsport non perdeva solo Marco Simoncelli, ma perdeva uno dei personaggi più iconici della storia della MotoGP, una di quelle persone indimenticabili, che rimarrà per sempre nella mente di qualsiasi appassionato o di qualsiasi tifoso, perché il “Sic” non era come gli altri piloti, era speciale, e ce lo ha sempre dimostrato, nella sua semplicità nel parlare e fare le cose di tutti i giorni, le quali pur diventando pilota, non sono mai cambiate.
Quell’esperienza iconica in Superbike
Oggi Marco Simoncelli avrebbe 36 anni; chissà se avrebbe corso ancora in MotoGP o nel mondiale Superbike, il quale gli era piaciuto così tanto quando ci corse a Imola nel 2009 quando salì sul podio dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari con uno dei sorpassi più iconici della storia contro il cavaliere nero Max Biaggi. Forse starebbe ancora battagliando con Alvaro Bautista, proprio come ai tempi della classe 250, quando il Sic la vinse proprio contro lo spagnolo nel 2008, nel circuito che si rivelerà fatale solamente tre anni dopo, quello di Sepang, in Malesia.
Marco Simoncelli nacque il 20 gennaio del 1987 a Cattolica. Fin da piccolino si divertiva tantissimo con le minimoto nelle piste della riviera romagnola, dove partecipava anche a delle gare a livello giovanile, nelle quali collezionò fin da subito molte vittorie, tantissimi podi e altrettanti titoli. Insomma, Marco era nato per correre, era senza ombra di dubbio il suo mondo, anche perché come si divertiva lui, non si divertiva nessuno. Marco successivamente debuttò ben presto nelle categorie maggiori, quelle davvero importanti, e a soli 14 anni si laureò Campione Europeo 125, conquistandosi immediatamente un posto nel Motomondiale.
Un romagnolo come tutti
Marco Simoncelli era il classico “Romagnolo DOC”; riusciva ad essere spontaneo in ogni situazione, in ogni momento della giornata, riusciva a far ridere tutti ogni volta che diceva qualcosa, era veramente una persona straordinaria. In passato veniva soprannominato “Superpippo” a causa della sua altezza, ma non solo, infatti Marco aveva anche delle braccia lunghissime con uno stile di camminata tutto suo. Ma esso non era il suo unico soprannome, infatti Marco veniva chiamato anche “Sic”, soprannome che gli rimarrà per tutta la vita, oppure “SuperSic”.
Marco amava passare del tempo con le persone a lui care, come per esempio la sua famiglia e i suoi amici, ma prima di tutto amava mangiare la piadina romagnola, per la quale andava matto. Prima di laurearsi campione del mondo si era diplomato al Liceo Scientifico, nel quale frequentò solamente quattro anni, infatti il diploma lo prese sostenendo l’esame di maturità all’istituto per dirigenti di comunità. L’ultimo anno non lo riuscì a frequentare in presenza, per il semplice fatto che era diventato impossibile conciliare moto e studio, quindi lui e la sua famiglia dovettero cambiare totalmente vita.
Il vero Marco Simoncelli
Probabilmente Marco era così amato da tutti grazie al suo meraviglioso carattere: aveva una forza tale che non smetteva di sorridere neanche nei momenti più difficili. Il Sic ha sempre creduto in sé stesso, lottando contro ogni avversità, ed è sempre riuscito a farlo anche grazie ad un team fantastico che lo ha sempre sostenuto in ogni momento, credendo sempre nelle sue capacità. Marco voleva sempre dimostrare a tutti il suo vero valore. Caratterialmente assomigliava molto a Valentino Rossi, ma ha sempre detto che non voleva essere affiancato a nessuna figura, lui si considerava unico e inimitabile; e possiamo dire che non si è mai sbagliato.
Si è sempre allenato nella stessa palestra di Pesaro con Vale a Tavullia, ma soprattutto correvano insieme con le moto da cross, la loro passione più grande. Valentino Rossi è senza dubbio il pilota che stimava di più il Sic, con il quale parlava di ogni cosa, sia inerente al mondo dei motori che alla vita privata. Per Vale è sempre stato un punto fermo, una persona di cui ne sentiva il bisogno, una persona con la quale riusciva sempre a essere sé stesso. E oggi c’è quella somiglianza con Marco Bezzecchi, anch’esso allievo di Vale, a farci emozionare.
Marco, sempre nei nostri cuori
Quando iniziarono a correre in MotoGP insieme era diventato un sogno impossibile che finalmente si stava realizzando, ma dopo successe l’impensabile. Valentino in svariate interviste ha sempre detto che è stato uno dei giorni più brutti e tristi della sua vita, e che il ricordo del Sic rimarrà indelebile nel suo cuore per tutta la vita. Non solo per Vale, ma anche per tutti noi che abbiamo gioito e sofferto insieme a Marco, e che nonostante tutto rimarrà per sempre nei nostri cuori.
Foto: MotoGP