Ancora una volta fuori in Q1 in Qatar, Stroll sembra non vedere più la luce in fondo al tunnel, mentre l’altra Aston vola con Fernando
Sembrava potesse finire a Zandvoort, poi a Monza, poi ancora a Singapore e infine a Suzuka. E invece anche in Qatar la crisi di Lance Stroll perdura, senza conoscere la parola fine, e senza acuirsi nel bel mezzo di tante critiche nell’ambiente Aston Martin. Critiche alimentate ancor di più se si osserva ciò che sta facendo con la AMR-23 quel quarantaduenne asturiano, che ancora affamato lo è, e che continua a circumnavigare intorno alla vittoria numero 33 della carriera.
Ma ritornando a Lance, perché questa crisi sembra davvero un pozzo senza fine? Perché non vi è un rimedio a ciò? Perché parte ben tredici posizioni dietro Fernando? Interrogativi molti, risposte nulle o vaghe, rabbia e frustrazione alle stelle. Eh già, perché il canadese ieri, al termine del Q1, si è sfogato lanciando il suo volante appena sceso dalla vettura, ma non solo: ai microfoni di Sky Sports UK infatti, Stroll si è lasciato andare in una serie di risposte monosillabiche con l’intento di accelerare un’intervista non gradita in quel frangente. Il tutto dopo un “bip” censurato in seguito ad una domanda “scomoda”. Questo mix di frustrazione, rabbia e ansia ha ormai trascinato in un vortice di negatività il canadese, mai così sottomesso in carriera da un compagno di squadra, e forse mai così in crisi con se stesso.
E numeri impietosi rispetto al passato…
Se è vero che questa stagione Lance Stroll non stia particolarmente brillando, malgrado una monoposto efficiente (e a lunghi tratti dietro solo Verstappen), è pur vero che il suo reale valore sia fuoriuscito in situazioni in cui Aston fosse una macchina da bassa classifica. E lo confermano i risultati ottenuti nel biennio 2021-22, quando Stroll ha collezionato rispettivamente 34 e 18 punti, pagando poco in termine di deficit dall’allora compagno di box, un certo Sebastian Vettel. A dimostrazione che le difficoltà di Stroll siano puramente psicologiche in questa stagione, ricorre in soccorso l’annata 2020, in cui la rosa Racing Point vantava 75 punti al termine della stagione (ricordando che si corsero solo 17 gare, causa Covid), ben 28 in più dell’attuale impietosa classifica.
Andando oltre le statistiche, è a questo punto fondamentale mirare il futuro 2024, che se dovesse riservare ancora una volta un’Aston così competitiva, non può contare solo su una guida. Basti dare un’occhiata alla classifica costruttori per rendersi conto che l’Aston necessiti di un buon secondo pilota, che necessiti di Stroll, ma di quel Stroll del 2020 che ambiva a volte anche al piazzamento sul podio. Secondo altri (la maggior parte dei fan forse), è arrivato il momento per papà Lawrence di accantonare il buon Lance, per il bene della scuderia.
Non resta altro che attendere e forse “sperare” non per Aston Martin, ma per il povero Stroll, diventato il Perez 2.0 di questa stagione, che questa sia solo un’annata storta da archiviare. Se poi non fosse così e il rendimento dovesse non variare anche nel 2024, beh…buona (s)fortuna Lawrence.
Foto: Aston Martin Aramco Cognizant F1 Team