Jessica Hawkins e una F1 più al femminile

di Walter Izzo

Jessica Hawkins è tornata sul volante qualche giorno fa, cinque anni dopo l’ultima volta che una donna salì su una monoposto di F1

28 anni e un sogno diventato realtà: per farla breve, bisognerebbe riassumere così la carriera di Jessica Hawkins, pilota della W Series. Qualche giorno fa infatti, mentre il circus faceva tappa a Suzuka, la Hawkins è scesa in pista con l’Aston Martin 2021 per una sessione di test all’Hungaroring di Budapest. La Hawkins è infatti la prima donna a guidare una vettura di Formula 1 per una prova non ufficiale in pista, a distanza di cinque anni dall’ultima volta.

La pilota britannica ha raccontato al meglio cosa significa anche per una donna essere dinanzi all’emozione di una macchina di F1: “Mi ci è voluto tutto il sangue, il sudore e le lacrime per arrivare fin qui – afferma -, ho dovuto mantenere il segreto per mesi, il che è stato piuttosto difficile. Ma ne è valsa la pena e mi ha dato una visione davvero preziosa. Niente è paragonabile all’accelerazione e alla frenata di un’auto di Formula 1. E dopo aver esaminato i dati, sono davvero orgogliosa della mia prestazione”.

Jessica Hawkins alla guida della Bristol Street Motors nella categoria W Series
Jessica Hawkins alla guida della Bristol Street Motors nella categoria W Series

I precedenti in F1 di un rosa che torna di moda

Eppure l’episodio Hawkins non è il primo caso di donne al volante di una F1. Qualche anno fa, precisamente nell’ottobre 2018, durante il gp del Messico svolgeva test gomme per Pirelli Tatiana Calderon con la sua Alfa-Sauber. La colombiana inoltre ha corso in categorie quali F3 e Indycar, oltre ad essere pilota di riserva F2. Episodio sporadico quello di Susie Wolff al volante della sua Williams nel non lontano 2015, con una sessione di prove libere disputata a Silverstone. La F1 in veste rosa affonda però le sue radici ben prima degli anni 2000, se solo si considerano l’italiana Maria Teresa de Filippis nel 1958 a bordo della Maserati 250F, (la monoposto con cui Fangio aveva conquistato il titolo l’anno precedente) a Montecarlo. Se parliamo invece di punti conseguiti in una stagione, l’unica donna ad andare a punti è stata Lella Lombardi nel gp di Spagna nel 1975. Infine, l’ultima donna ad aver corso in Formula 1 è stata Giovanna Amati nel 1992 come seconda guida ufficiale della Brabham.

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A dispetto di ciò, fecero discutere le dichiarazioni qualche anno fa del solito Bernie Ecclestone e dell’eterno secondo Stirling Moss, i quali definirono le pilote “non all’altezza”, e le vetture come “troppo pericolose”. I dubbi sono molti, e la possibilità di vedere un giorno una donna correre e lottare in F1, in effetti potrebbe essere relegato a semplice utopia. Tuttavia, sarebbe profondamente ingiusto negare la possibilità di sognare o tantomeno di far realizzare un sogno ad una pilota, solo ed esclusivamente perché donna. Dopotutto, uomini o donne, il rombo dei motori è sempre un’altra storia. Chiamatele se volete, emozioni.

Foto: @1JessicaHawkins; P300.it

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