Durante un evento nel weekend di Monza, Ivan Capelli ha svelato i segreti e le differenze tra gli esordienti degli anni ’80 e i rookie di oggi, proprio come Liam Lawson
Nel corso degli anni la Formula 1 è cambiata, si è evoluta, è stata stravolta. A raccontarla è uno dei più celebri telecronisti ed opinionisti italiani del motorsport, Ivan Capelli, nonchè ex-pilota di Formula 1 dal 1985 al 1993. Capelli ha illustrato, durante un evento nel weekend del Gran Premio d’Italia a Monza, le differenze tra i rookie degli anni ’80 e quelli degli ultimi anni, in particolare Liam Lawson, grande protagonista del Gran Premio di Singapore con uno straordinario nono posto.
Capelli ha voluto ricordare il suo esordio in Formula 1 nel 1985, paragonandolo a quello dell’attuale Liam Lawson: “Entrambi siamo stati messi in macchina a stagione in corso. Mi chiamò Ken Tyrrell: ‘Ciao, Ivan. Ti va di esordire in Formula 1 al Brands Hatch?’. Per me era un’opportunità incredibile. Unica. Chiesi quantomeno di provare la vettura, visto che non avevo mai provato a guidare una F1, o quantomeno volevo provare il Brands Hatch, che non sapevo nemmeno come era fatto.
Tyrrell rispose che non c’erano motori e non c’erano soldi. E il debutto non fu facile, perchè di botto ero in mezzo a Rosberg, Mansell, Senna, Prost… e non potevi sbagliare con loro“.
La similitudine tra Capelli e Liam Lawson
“Sono stato preso e buttato in macchina, proprio come è successo ora a Liam Lawson dopo l’infortunio di Daniel Ricciardo. Due tipi di esordio totalmente diversi: i piloti di oggi passano migliaia di ore al simulatore e così conoscono ogni segreto della pista e della macchina, mentre io, ad esempio, il Brands Hatch lo avevo provato solo una volta il giorno prima e in bicicletta. Lawson ha debuttato a Zandvoort, e la pista già la conosceva in ogni angolo“.
Meglio oggi o negli anni passati? Capelli sintetizza così le differenze, spiegando perchè Lawson sta così tanto performando bene: “Non so quale epoca sia migliore. Oggi hanno un processo per diventare piloti completamente diverso. Non pensate che sia più facile però: hanno una grande difficoltà, che è la telemetria. Oggi sanno ogni minimo dettaglio, sanno quante volte respiri, dunque vieni messo in pista soltanto se sei al livello degli altri. Sei costantemente monitorato, e non puoi mai sbagliare“, ha concluso.
Foto: Scuderia AlphaTauri