Siamo in Qatar, è l’11 aprile 2010. La MotoGP è iniziata, è la gara inaugurale del motomondiale.
Tutti parlano dello straordinario giro messo a segno da Casey Stoner, e della neonata classe Moto2, fino al 2009 chiamata “250”: i favoriti sono nomi già noti al pubblico, quali Toni Elias, Stefan Bradl, Alex De Angelis, Julian Simon e Andrea Iannone.
Eppure… eppure c’è un giapponese al quale bisogna stare attenti.
Lui è Shoya Tomizawa, 19enne di Asahi, in Giappone. Miglior risultato in carriera? Un decimo posto, niente di particolarmente esaltante. Eppure, quel giorno in Qatar non ce n’era per nessuno. Shoya parte dalla nona casella e vince con cinque secondi di vantaggio, portandosi a casa la prima vittoria nella storia della categoria.
Il suo segreto? Una ciotola di ramen, piatto tipico giapponese amato dal giovane. Così racconta il libro “Shoya”, scritto da Satoshi Endo, fotografo giapponese che conservava in una busta della sua valigia il ramen che Tomizawa prese quel giorno. Da quel giorno, vista la buona sorte, Shoya mangerà esclusivamente ramen prima di una gara.
La drammatica gara di Misano
Passa qualche mese, e arriviamo al 5 settembre 2010: Shoya mangia la sua solita ciotola di ramen, con il suo classico sorriso ed entusiasmo che lo contraddistingue. Quello sarà però il suo ultimo ramen: Shoya cade al “curvone” di Misano ad oltre 230 chilometri orari, e viene investito prima da Alex de Angelis e poi da Scott Redding, entrambi all’altezza del torace.
L’impatto è tremendo e c’è ben poco da fare: Shoya verrà dichiarato morto all’ospedale di Riccione, anche se in realtà il giapponese muore pochi minuti dopo l’impatto, mentre viene caricato sull’ambulanza. Dal sole splendente sulla Riviera Romagnola compaiono nuvole nere, fredde e minacciose, mentre viene annunciata la morte di Tomizawa.
Arriviamo ad oggi, 5 settembre 2023. 13 anni dopo, il motomondiale ricorda il giovanissimo Shoya e piange un altro pilota: si tratta di Otojiro Tanimoto, pilota classe 2000 di Superbike giapponese, deceduto questa mattina a causa delle multiple fratture riportate lo scorso 20 agosto a Motegi. Il tutto, con in mente il ricordo di ciò che è successo a Pecco: episodi che devono nuovamente ribadirci quanto questi ragazzi siano eroi.
Foto: MotoGP
Fonte: Alessio Piana